sabato 20 dicembre 2008

Cani al biliardo

E partiamo con questo viaggio, che comincia alla fine di un viaggio. Eh sì, pare strano e perfino un po’ criptico (tanto per cominciare ad abusare di qualche parolone) questo modo di introdurre l’inizio di questa avventura. Eppure è proprio così. Consideriamo questo blog come un viaggio, da percorrere insieme a chi vorrà condividerne qualche tappa. Un viaggio per parlare, come recita il sottotitolo, di storie, di musica, di parole, di cucina, di letture e tanto altro. E di viaggi, appunto. Anzi, di un viaggio, dal quale tutto è cominciato. Un viaggio che ci ha portati in giro per mezza Europa (e anche in un pezzettino d’Africa) per cercare una persona scomparsa più di 30 anni fa. Una persona da tutti ritenuta morta, ma che noi pensavamo di aver individuato grazie a una peculiarità particolare.
Identikit? No, non siamo mica poliziotti (anche se uno di noi due potrebbe farlo, un identikit).
Prova del DNA? Naaaaaa… abbiamo detto di non essere poliziotti, figuriamoci se siamo quelli del RIS (che comunque sono carabinieri, in effetti).
Riconosciuto da qualcuno? Ma no, dopo trent’anni? E riconosciuto da chi, poi?

La soluzione sta nel titolo di questo blog: Ottavina. Che non è il nome di una nostra parente, ma il nome di un tiro di biliardo. Per la precisione “Ottavina di Dio” che poi, guarda caso è anche il nome di un romanzo che uscirà fra breve. Già, perché a questa avventura è stato dedicato un romanzo. E questo è il blog di quel romanzo. Sono gli appunti di viaggio in cui parleremo di tutto quello che non è venuto fuori nelle pagine di ciò che andrà “in pasto ai lettori”. Ma non solo quello. Ci metteremo di tutto, insomma, ci metteremo noi stessi.
Già, ma noi chi siamo?
Ci presenteremo con calma, intanto cominciamo a dire che ci chiamiamo Bico e Poker. Beh, come nomi forse non sono un granché, ma per fortuna all’anagrafe c’è scritto altro.
E i cani al biliardo? Beh, quella è un’immagine che ci piaceva e che riassume bene quella che è stata la nostra avventura (e sarà pure la copertina del romanzo, dopotutto bisogna pur fare rèclame no?). E poi, forse, citando il "Principe" De Gregori, siamo un po’ tutti come quei quattro cani per strada.
E ora… direi che si può cominciare a camminare scodinzolando. Piano piano, naturalmente.

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