
Nel 1975, dieci anni prima che l’impegno di alcuni importanti personaggi, fra cui la rockstar Sting portassero all’attenzione generale il problema di quel grosso angolo di mondo che è la foresta amazzonica, nelle edicole italiane apparve un nuovo personaggio a fumetti, creato dalla penna di Guido Nolitta (alias Sergio Bonelli) che si muoveva nell’ambientazione amazzonica. Termini come “garimpeiro” “cangaceiro” “tsantsas” o "Jivaros" divennero noti a una minoranza di lettori, grazie alle avventure di un personaggio particolare, già a partire dal suo nome, o meglio, soprannome, che dava il titolo alla testata: Mister No.
Mister No, il cui vero e raramente usato nome è Jerry Drake, appare subito come un vero e proprio personaggio di rottura con quella che è stata la tradizione fumettistica popolare italiana fino a quel momento. Va sottolineato, innanzitutto, che Mister No nasce grazie alle esperienze personali che Nolitta prova nei suoi numerosi e lunghi viaggi proprio in terra amazzonica; quindi gli scenari, i personaggi, il tipo di vita che vengono descritti, sono quelli esistenti. Nolitta non si siede in poltrona e fantastica sull’immaginario mondo della enorme foresta, ma fa tesoro delle proprie esperienze, dando così al suo personaggio uno spessore psicologico e una umanità davvero notevoli.
L’ambientazione è quanto meno insolita: l’Amazzonia degli anni ’50, dove il Nostro si è rifugiato, in cerca di una “terza via” lontano dagli eccessi della vita americana e conduce a spasso i turisti con il suo Piper, un piccolo aereo da turismo. Non più grandi praterie o soffocanti grattacieli. Non più inseguimenti di indiani o bande metropolitane. L’Amazzonia. Con il suo silenzio, con il suo verde e le sue mille insidie. Qui Mister No vuole chiudere con la sua vita precedente, fatta di guerre, violenza, uccisioni; vuole tenersi lontano dai guai, ma per uno come lui è molto difficile, sono proprio i guai ad andarlo a cercare.
Mister No è un uomo, non un eroe. È un uomo con tutte le contraddizioni, i vizi, le debolezze tipiche di ognuno. È un gran bevitore, corre dietro a tutte le sottane che incontra, è pieno di paure, non uccide se non vi è veramente costretto. Non più il granitico eroe alla John Wayne, ma un antieroe puro, anche questo in anticipo sulle tendenze future del fumetto.
Nel dicembre del 2006 la trentennale avventura editoriale di Mister No si è conclusa con una lunghissima avventura scritta dal suo creatore Guido Nolitta (tornato ai testi dopo molti anni). Nel corso della sua vita in edicola, Mister No ha subìto molti cambiamenti, ha visto alternarsi molti sceneggiatori e disegnatori a presentare le sue avventure. Uno di loro è il disegnatore Marco Bianchini, vera e propria colonna portante della serie, che ha illustrato molte delle più belle storie dedicate al pilota amazzonico.
Marco Bianchini è nato ad Arezzo nel 1958. Dopo diversi lavori nel campo della pubblicità, approda al fumetto, nei primi anni ’80. nel 1985 comincia a disegnare Mister No, sodalizio che si interrompe solo con la chiusura della serie, nel 2006. nel 2005 esordisce come sceneggiatore con la serie di fantascienza “Termite bianca” pubblicata da Pavesio editore. Dal 1991 è direttore della Scuola Internazionale dei Comics di Firenze.
Marco Bianchini, uno dei disegnatori di punta della saga di Mister No. Ma…come hai "incontrato" il pilota di Manaus?
L'incontro con Mister No è stato il frutto di una serie di coincidenze. Avevo appena finito di disegnare la decima puntata di Kerry il Trapper, su testi di Tiziano Sclavi, e pubblicata in appendice agli albi del Comandante Mark. Proprio in quei giorni Fabio Civitelli, mia concittadino,era passato da Mister No a Tex dove necessitavano nuovi disegnatori. Fu giocoforza che Sergio Bonelli mi proponesse di prendere il posto di Fabio, e cosi fu ed ho disegnato Mister No per 21 anni, realizzando oltre 5000 tavole in B/N.
- I tuoi maestri chi sono stati?
I miei maestri risalgono agli anni '70 ed erano i grandi disegnatori americani del periodo. Devo molto a Raymond, Prentice e Burne Hogarth molto noti a che di fumetti si interessa. Ovviamente c'erano molti altri disegnatori che mi piacevano, sarebbe lungo fare un elenco,certo non posso dimenticarmi di Fabio Civitelli che è sicuramente il disegnatore che mi ha rivelato molti dei segreti di questo lavoro..
- Trovo che nel corso degli anni, Mister No abbia subìto delle variazioni (nelle storie, nel carattere del personaggio). Personalmente la ritengo una sorta di involuzione. Tu cosa pensi? E dal tuo punto di vista, da colui che dà vita alla parte grafica delle storie, hai percepito questo cambiamento?
I vari sceneggiatori che si sono avvicendati alla scrittura delle storie di Mister No hanno cercato di aggiungere qualcosa al gran lavoro che aveva già fatto Sergio Bonelli. Ricordiamo che Mister No è proprio il personaggio di Sergio Bonelli, frutto della sua fantasia. L'intervento degli altri sceneggiatori ha ovviamente modificato la natura delle storie ed in parte anche il personaggio; sarebbe anche difficile credere che non sarebbe successo, proprio per la natura differente degli uomini e quindi degli scrittori. Anche la crisi di vendite indusse a cercare di cambiare il personaggio, accentuando alcune caratteristiche del carattere, ma servi a poco, lasciando l'originale Mister No come il miglior risultato mai ottenuto, tant’è che Bonelli in persona ha voluto scrivere l'ultima storia della serie.
- Mister no vuol dire, principalmente, Amazzonia. Disegnandolo, ti è mai venuta la voglia di andare a vedere quei luoghi, di "toccare con mano" quell'ambientazione?
Moltissima, anche perchè essendo un disegnatore che si documenta conosco molto bene il Brasile, dovrei quindi sentirmi un po' a casa andando a visitarlo. Conosco penso tutti gli animali che ci vivono comprese molte specie di insetti. Adesso, come scrive Bonelli nell'ultima storia, è molto difficile trovare l'Amazzonia delle sue storie perchè molte cose sono cambiate. Gli immensi problemi che hanno portano alla costante e scientifica distruzione della foresta, hanno fatto sì che si sia perduto lo spirito originale che animava il Brasile facendo spazio solamente allo sfruttamento dell'ambiente...come dargli torto del resto, noi in Europa non abbiamo fatto lo stesso?
- Marco Bianchini non solo disegnatore, ma anche direttore della Scuola Internazionale di Comics di Firenze. Vuoi parlare di questa esperienza?
Nel '91 si presentò l'occasione di fondare la sede fiorentina della Scuola che in Italia ha fatto per prima corsi di fumetto e illustrazione. L'idea mi entusiasmava molto e questo spirito ha fatto sì che in pochi anni la scuola crescesse molto cambiando per ben 3 volte la sede, avendo sempre più bisogno di nuovo spazio per contenere gli allievi che aumentavano di anno in anno. Oggi la Scuola fa corsi di Fumetto, Illustrazione, Animazione, Grafica Pubblicitari,3D e molti altri. E' per me grande fonte di orgoglio e di soddisfazione vedere che la Scuola riunisce grandi talentuosi professionisti entusiasti di insegnare ai giovani speranzosi la loro tecnica e di far sì che presto diventino dei nuovi professionisti. La Scuola è una vera e propria fucina di nuovi talenti, molti dei quali oggi in piena attività. L'anno scorso a Lucca c'è stata la mostra che raccoglieva gran parte degli studenti che oggi lavorano professionalmente. Ho scoperto che insegnare il mio mestiere mi piace, tramandare a qualcuno il mio sapere è una grande responsabilità ma anche una grande fonte di gioia per i successi che poi si concretizzano.
- Come si sa, la tecnologia avanza, irrompendo anche nei metodi di lavoro del fumetto. I giovani amano disegnare ancora con i "vecchi metodi" o preferiscono l'ausilio del pc?
Non si possono fare fumetti con il PC, si deve imparare l'arte dell'uso del pennello e del pennino, strumenti che ancora ti consentono di adoperare le mani, di essere creativo con esse. E' una professione artigianale che necessita sacrifici per impararla, ma che in cambio poi ti darà incredibili soddisfazioni e molta sicurezza nei propri mezzi.
- Marco Bianchini dopo Mister No? Cosa c'è sul tuo tavolo di lavoro?
Due anni fa ho disegnato l'ultima tavola di Mister No, con un po' di malinconia e tristezza gli ho detto addio, anche se forse mi era rimasto ben poco di creativo da dargli ancora. Sergio Bonelli, ancora una volta mi ha voluto su Tex, sempre in coppia con Marco Santucci, oramai insostituibile partner nel lavoro. Ci è stata affidata una storia tripla, scritta da Mauro Boselli, e che vedrà la luce in edicola nell’autunno 2008 (in edicola attualmente la terza parte della storia.. ndr). Incrocio le dita e spero che i nostri disegni piacciano ai lettori.
- Tre anni fa il tuo esordio come sceneggiatore con Termite Bianca. Com'è nato questo progetto? Ti ha soddisfatto?
Ho da sempre una grande passione per la fantascienza,non avendo avuto l’opportunità di disegnarla nel mondo dei fumetti,ho sentito l’irresistibile tentazione di allestire un progetto per il cinema di animazione dove potessi raccontare e disegnare una storia che risentisse di tutto quello che avevo visto e letto sulla fantascienza e che mi desse la possibilità di non aver limiti creativi.
Poi le difficoltà nel trovare produttori che credessero in questo progetto mi ha spinto ha cercare una via più breve e più conosciuta per farlo conoscere al pubblico:il fumetto. Da qui la scelta di trovare un editore che volesse pubblicarlo nello stile “francese” cioè con una storia che si dipanasse su più volumi a colori. Pavesio ci ha creduto, gli è piaciuto il progetto e quindi eccoci qua. Sono molto soddisfatto del risultato grafico, forse avrei desiderato una promozione più capillare all'estero, in modo che Termite Bianca avesse tutte le opportunità di diventare un vero e proprio successo.
- Il personaggio che non hai mai realizzato e che ti sarebbe piaciuto disegnare.
In realtà non c'è. Sicuramente il progetto Termite Bianca mi ha coinvolto e mi coinvolge tuttora molto. Ho altre idee che mi frullano in mente ma non relative a personaggi specifici piuttosto mi piacerebbe raccontare delle vicende umane, per far conoscere l'uomo nei suoi vari aspetti.

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