martedì 7 aprile 2009

Biliardo (Racconta Bico)

Il biliardo costituisce l'arte suprema dell'anticipazione. Non si tratta affatto di un gioco, ma di uno sport artistico completo che necessita, oltre che di buona condizione fisica, del ragionamento logico del giocatore di scacchi e del tocco da pianista da concerto.
Albert Einstein

E se lo dice il vecchio Albert ci si può credere. Ma il biliardo non è solo questo. Il biliardo, così come l'ho imparato io fin da piccolo, è la sala. E' puzza di fumo, di sudore, di adrenalina. Il biliardo sono le bestemmie a mezza voce, la stecca sbattuta sulla sponda, il sorriso a denti stretti. Il biliardo è qualcuno che ti guarda di sottecchi, è denaro che fruscia fra le dita, è il rumore del gessetto sulla punta della stecca. Il biliardo è un bicchiere di Campari buttato giù con rabbia, è l'ingresso di qualche "personaggio" sulla scena. E' saluto sempre uguale e sempre diverso. Il biliardo è "io sono più bravo di te" in un lampo di pupilla. Il biliardo è storia. E' la storia. Ed è la nostra storia. Quella che Poker non capirà mai, semplicemente perché non gioca a biliardo, anche se ha vissuto insieme a me un'avventura così intensa che qualcuno ci ha pure scritto un romanzo.

L'ho conosciuto fin da piccolo il biliardo, quando le mani enormi di mio nonno mi sollevavano per farmi ammirare quelle magiche geometrie che le palle descrivevano sul tavolo verde. Lo chiamavano "Il Francese" mio nonno, per via della sua erre moscia, che lo rendeva così affascinante quando raccontava storie. Perché le sapeva raccontare le storie, il Francese. E sapeva cogliere l'attimo con poche parole. Chissà... magari un giorno mi verrà voglia di riportarle pure qua.
Per ora... il viaggio comincia. Verso un colpo e una persona che questo colpo... beh, ma non anticipiamo troppo. Diciamo, per ora, che quel colpo si chiama... Ottavina di Dio.

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