
Non sto a dire il motivo per cui siamo finiti a Genova... è un'altra di quelle avventure in cui Bico riesce sempre a trascinarmi, chissà, magari un giorno sarà raccontata anche questa, intanto mi preme di sottolineare il fascino che questa città ha esercitato su di noi (sì, anche per Bico è così, anche se era distratto da tutt'altra situazione).
Genova sono i suoi carrugi o caruggi, non ho ancora capito bene qual è la dicitura giusta, dove si trovano facce di mille sfumature, sguardi che hanno delle vite da raccontare e Genova, è soprattutto la musica di Faber.

In Via del Campo c'è un negozio... e in questo negozio c'è Faber...

A Genova si vedono le Bocche di Rosa nei vicoli, di giorno, a Genova c'è Sinàn Capudàn Pascià, c'è il Pescatore e le Anime Salve (o non ancora salvate, chissà). E ci sono i quattro pensionati mezzi avvelenati al tavolino, a stratracannare, a stramaledir, le donne il tempo ed il governo.
C'è tutto questo a Genova o me lo sono immaginato? Io l'ho visto... e l'ho sentito, così come lo cantava Lui.

Con la sua chitarra, con la sua voce, con la sigaretta sempre stretta fra le dita.
E fra i vicoli di Genova abbiamo camminato, abbiamo corso, ci siamo perduti, ci siamo ritrovati, ci siamo infilati nelle osterie... abbiamo assaggiato "A' cimma"

E a Genova c'è anche una certa sala biliardi in cui... beh, ma di questo è prematuro parlarne ora. Forse un giorno lo faremo, o lo farà qualcun altro. Chissà!
Ah, dimenticavo... a Genova c'è ancora (fino al 21 giugno) una bellissima mostra dedicata a Fabrizio De Andrè. Noi l'abbiamo vista. Io la consiglio vivamente.
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