sabato 27 giugno 2009

Ho preso un treno... (Racconta Poker)

Ho preso un treno, stamattina, armato di un piccolo zaino e di quaderno e penna. Ho preso un treno, come mi è successo centinaia di volte, nella mia vita. Treni per andare in vacanza, per andare a trovare qualche amico, per andare militare, per andare a trascorrere qualche giorno con una ragazza; treni presi da solo o in compagnia. Treni regionali, intercity, eurostar. Treni da morir di caldo con l'aria condizionata non funzionante e il finestrino bloccato. Treni che si fermano placidamente in piccole stazioni, treni che rimangono fermi ore per un guasto sulla linea, treni che incrociano altri treni e ti fanno sobbalzare dallo spavento. Treni che corrono accanto al mare od entrano nelle montagne. Ho letto tanti libri sui treni, ho conosciuto gente, ho parlato, riso, mi sono scocciato dal russare o dal masticare rumorosamente un chewing-gum di qualche vicino di posto. Treni con ragazzi che rumoreggiano e ascoltano musica, con suore dagli sguardi spenti, con ragazze su cui ho fantasticato, con uomini e donne di cui mi sono chiesto quali fossero le loro storie.
E anche stamattina ho preso un treno, e anche stamattina ho letto, ho pensato, ho osservato gente, ho parlato, ho lasciato scorrere lo sguardo fuori dal finestrino. Il treno sta rallentando, ora, anzi è quasi fermo, ormai. Mi sporgo un attimo e c'è Bico che mi aspetta, immancabile sigaretta in bocca e immancabile sorriso stampato in faccia. Mi saluta festante, vedo già da qui che gli brillano gli occhi. Come a me, suppongo. Ci aspetta una giornata indimenticabile, lo sappiamo. Siamo emozionati e contenti come bambini.
Appuntamento con due ragazze? Naaaaa.
Cena luculliana? Naaaa.
Altro viaggio avventuroso? Naaaaa.
Un concerto?
Beh... sì, un concerto e qualcosa in più di un concerto. Ne abbiamo visti tanti, ma questo, oggi, ha un altro sapore. E' un concerto, un evento, una serata da trascorrere con amici. E questi amici, stasera, saranno là sul palco a suonare e a farci emozionare. Grandi come sempre.
Chiudo il pc, il treno è fermo, Bico fuma e mangia confetti e io ho voglia di scendere per immergermi nell'atmosfera di cui stiamo parlando da giorni.
Per scoprire ciò che solo Iddio sa...



.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'odore dei treni. Quello che molti definiscono insopportabile. Io lo adoro. Mi impregna i pensieri, i desideri, i sogni. Mi regala quel senso di libertà... salire su di un treno e scendere chissà dove, in una stazione diversa da quella scritta sul biglietto. Se il biglietto ce l'hai. Perchè alla fine se non ce l'hai sarebbe tutto più emozionante. Io, però, questo non lo saprò mai non essendo, purtroppo o per fortuna, amante del rischio. Ma dov'ero rimasta? Ah si, alla stazione imprevista, sconosciuta, buia o illuminata, deserta o piena di gente... che importa? Non è meriviglioso il ritrovarsi... ovunque? Passerei la mia vita a cambiare treni, a vivere quell' "ovunque ma non qui" che tanto mi assilla. Intanto, mentre scrivo, quasi quasi lo sento quell'odore e mi sento felice perchè alla fine anche qui... è un pò "ovunque".

Ho il libro accanto a me. Comincerò a leggerlo stasera. Lo guardo e sorrido. E' sempre bello leggerti, mio carissimo Poker.

Chissà se lo hai scritto seduto sulla tua poltrona da barbiere... quella poltrona di cui ho sempre parlato... e che purtroppo non ho mai visto. Mi piacerebbe saperlo. Me lo farai sapere vero?

Ora devo andare, c'è sempre quel libro accanto a me che reclama la mia attenzione.

Ti abbraccio mio caro Poker.

A presto.

V.

Anonimo ha detto...

Grazie V. Allora aspetto che tu mi dica cosa ne pensi di quel libro che ti reclama e che, sì, è vero, in buona parte è stato scritto su quella poltrona da barbiere... che sai e non sai...
Bello quel "ovunque ma non qui" così come il tuo commento.
A presto.
Poker.