martedì 20 luglio 2010

DUN DU DU DUN (Parte II)

Proseguiamo con il racconto DUN DU DU DUN... per il riassunto della prima parte... niente riassunto, basta leggere il post precedente. :-D


Racconta Poker

-Holaaaaaaa-
Isabel ride radiosa e agita la mano dal ponte della nave, mentre io resto qui sul molo a vederla allontanarsi e mi viene un groppo in gola. Mi guardo intorno e Genova non mi sembra più la città colorata e affascinante di questi giorni trascorsi con lei. Ora è ripartita su quel traghetto che la porterà a Barcellona, mentre speravo che si fermasse di più, magari poteva venire a passare qualche altro giorno da me e…
Bah, inutile stare a pensarci, tanto so già che lo farò abbondantemente nelle prossime ore, sulla strada di ritorno verso Firenze. Mi volto ancora a guardare la sagoma della nave. Ormai Isabel non si vede più. Però andrò a trovarla presto, appena racimolo un po’ di soldi mi faccio una vacanza a Barcellona. Già, i soldi; sempre lo stesso problema. È da mesi che non riesco a disegnare una storia decente, ammesso che ci sia un editore disposto a comprarla e poi la crisi, le congiunture, l’economia… ma che palle! E intanto devo pure pagare il parcheggio della macchina. E cominciamo a buttare via un po’ di quella vacanza. Mi avvicino al gabbiotto e consegno il biglietto del parcheggio all’impiegato. Otto euro, accidenti a lui! Prendo il portafogli e…
Ma… ma… ma che succede?


Racconta Bico

Mannajalamorte! Ma chi me lo fa fare di andare in giro con una cazzo di macchina dell’84? Scendo furioso dalla mia Panda che non ne vuol sapere di ripartire e le assesto un calcio sul paraurti. Chissà, ho letto un fumetto dove questo trucco funzionava. Rientro e provo a mettere in moto ma non succede niente; il motore esala respiri affannosi. Scendo di nuovo e mi guardo intorno. E dove la porto ora? Fra l’altro non ce li ho mica i soldi per farla mettere a posto e poi, a pensarci bene, chi lo ripara questo rudere? Giusto il Mistico potrebbe metterci le mani, ma il Mistico qui non c’è e ora sono cazzi!
Mi guardo intorno, se c’è un bar vado a sbronzarmi poi prendo un treno, al ritorno vedrò come fare, speriamo che la seconda parte di questo viaggio sia più proficua. Bar non ce ne sono, però focalizzo lo sguardo su un tipo a un centinaio di metri da me che sta armeggiando col cellulare. Guarda te come somiglia a Poker, è proprio uguale a lui! Quasi quasi gli telefono e gli dico che sono faccia a faccia con un suo sosia.
Certo che gli assomiglia parecchio, eccome. Pure troppo.


E qui finisce la seconda puntata... il resto alle prossime.

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