lunedì 2 agosto 2010

DUN DU DU DUN (Parte VIII)

Racconta Poker

Non capisco più nulla. Ho le lacrime agli occhi e vorrei essere in qualsiasi altra parte del mondo. Mi andrebbe bene anche un campo di lavoro in Siberia. L’ispettore mi osserva, ma io non so che fare. Non dicono nei film che si ha il diritto di non parlare? Sento il petto che mi si gonfia, forse mi sta per venire un infarto. Almeno se muoio mi tolgo da questo impiccio e poi ci andrò io a visitare Bico in sogno, sì. Glieli mando io i sogni rivelatori, a questa testa di cazzo.
L’ispettore si alza, passa una mano fra i radi capelli brizzolati, poi comincia a camminare su e giù per l’ufficio. Squilla il telefono e alza la cornetta. Per la durata della telefonata si limita ad esclamare qualche “Sì”, ad annuire, a borbottare qualche mugugno, a spostare gli occhi da me a Bico e viceversa. Il suo sguardo mi carica di nuova ansia, mentre Bico sgranocchia tranquillo uno dei suoi soliti confetti. Io invece non riesco a non pensare a cosa potrà succederci. L’ispettore riaggancia il telefono.
-Oggi non ho voglia di perdere tempo, ragazzi. E nemmeno il signor Bocchetti. Siete piuttosto fortunati.-
Che vorrà dire adesso?


Racconta Bico

-Mannajalamorte, Poker!-
-Ahia!-
-Ehhh quante storie per un colpetto sulla spalla! Avevi una paura fottuta, invece hai visto che si è risolto tutto in un attimo?-
-Sì, ma solo perché quel Maciste non è morto!-
-Appunto, era solo ubriaco ed è stramazzato a terra spaccandosi la testa. Ammazza quanto sangue c’ha quello, però! E tu che avevi paura di finire in galera…-
Rido di gusto mentre Poker mi guarda di sottecchi.
-Oh, sei stato tu a voler scappare. Ti rendi conto che potevano denunciarci per omissione di soccorso? E meno male che anche il signor Bocchetti non ha sporto denuncia. E meno male che Maciste si è ripreso all’ospedale e ha raccontato che ha fatto tutto da solo. E meno male che…-
-E basta, Poker!!! Siamo fuori o no?-
La voce grossa fa sempre effetto su di lui; si zittisce e accende una sigaretta tenendola nervosamente stretta fra i denti.
-Bene, andiamo!-
-E dove?- Sibila piano fra il fumo che gli esce dalle labbra.
-All’ospedale, no? C’è ancora da parlare con Maciste o te ne sei dimenticato?-
-All’ospedale? Ma tu sei scemo, io all’ospedale non ci vengo, non ho voglia di finire in qualche altro guaio, perché tanto lo so che ci ritroveremo nei guai, finisce sempre così con te!-
Uhm, quasi quasi gli do ragione.
-Ma sbrigati, coglione!-




Alla prossima puntata e grazie a tutti coloro che ci stanno seguendo...

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